Vincenzo Chieppa

Scrive, fin da piccolo, per legittima difesa (e per esercizio -di stile-). Le liste della spesa che gli dettava mammà. Le poesie adolescenziali. E quelle bohemienne nella mansarda di Piazza Vittorio, Torino. Infarcisce le Moleskine negli anni in cui tutti sono su Facebook (lui, ostinatamente, si defila). E passa al web -e ai blog- quando la blogosfera è da tempo dichiarata clinicamente morta. Ha amato segretamente Il favoloso mondo di Amelie. Ma l'epifania cinematografica giunge quando vede per la prima volta lo Stalker di Tarkovskij (e intimamente si infuria tutte le volte che qualcuno lo pronuncia all'inglese). Porterebbe su un'isola deserta (in cui notoriamente non c'è elettricità) il dvd di 2001. E le Lettere persiane di Montesquieu. E un taccuino, ovviamente.