7 Luglio 2023 -

INSIEME INSIEME (2022)
di Bernardo Zanotta

Conosce alla perfezione tutti i cliché del cinema e dei suoi generi, il brasiliano Bernardo Zanotta. Dalla femme fatale che squarcia lo schermo con il suo sguardo di seduzione alle venature di seduzione e violenza come sentieri su cui sfilano a braccetto ἔρως e θάνατος, dall’esasperazione della drammaticità della morte alla museruola à la Pulp Fiction con cui zittire e torturare senza motivo il malcapitato ostaggio, dall’impermeabile color sabbia con cui ritrovarsi già in un noir alle auto d’epoca con il cambio innestato sul piantone dello sterzo. Dal sapido utilizzo del montaggio e delle musiche (compresa l’ironia che già dai titoli di testa affonda politicamente nell’utilizzo della Carta Vincente di una giovane e ipersessualizzata Alessandra Mussolini) per tradire le aspettative e mutare all’improvviso ogni atmosfera, magari svelando apertamente il dispositivo con una risata che interrompe l’azione o con un’inquadratura lasciata qualche istante in più del necessario su un movimento non più coerente della macchina da presa, all’ambiguità mascolina della baritonale transgender che chiude il cerchio amoroso e criminale più tipico di ogni Nouvelle Vague. Dalla scrittura dei diari che diventa narrazione a più voci (e a più lingue, con ogni attore che parla la propria e l’inglese come terreno comune) da parte dei differenti punti di vista, alla ricerca di una recitazione il più possibile algida, asettica, straniata, quasi straubiana, attraverso la quale riflettere sul senso e sulla pura funzione dei personaggi innestati fra i cottage, le strade e i paesaggi del Lago Maggiore. Dallo shopping che diventa complicità, depistaggio e taccheggio, al riconoscersi interpreti di un altro (meta)film già su un altro (tele)schermo, magari da ri-fotografare, ri-sviluppare e ri-stampare come immagini di un’immagine, mentre lo spettro irradiato dalla luce rossa della camera oscura sembra in qualche modo disturbare la Bolex come una fiamma che invade dalla destra ogni singolo fotogramma. Elementi metacinematografici, ultrapop e smaccatamente queer con cui Insieme insieme, mediometraggio in un prologo e tre parti che a quasi un anno dalla prima marsigliese del FID 2022 torna per la prima volta nel Paese in cui è stato girato, l’Italia, grazie alla selezione alla 59ma Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, decide di giocare apertamente, intrappolandoli nella grana e nelle saturazioni in 16mm di un pastiche farsesco postmoderno che li rimette in discussione uno per uno alla ricerca di una loro nuova ricombinazione. Per quello che forse è il titolo più “normale” all’interno della polifonica ma coerentissima competizione pesarese edizione 2023, ma che in qualche modo riassume forse ancora meglio degli altri quella che è la direzione su cui si è mossa l’intera ricerca dietro alla composizione del concorso, incentrata su titoli dai linguaggi più disparati, eppure tutti impegnati a scavare all’interno del senso più profondo dell’immagine, della sua funzione storica e sociale, della sua capacità di condizionare altre immagini e altri immaginari: il vero, il falso, l’aspettativa, il sogno, la persuasione, il cinema in quanto tale.

Del resto lo dice quasi subito, la voce fuori campo in francese della Cecília interpretata en travesti dal non binario Jun Ortega (anche responsabile dei costumi e del trucco, così come, in un progetto per molti versi “a conduzione familiare”, a incarnare l’anonimo turista rapito e seviziato sarà Leandro Lefa co-direttore della fotografia e autore dei VFX): «Non garantiamo l’autenticità di questa raccolta (di immagini), anzi abbiamo ottime ragioni per credere che sia pura finzione». Un contesto nel quale vale vivere, amarsi, ferirsi, morire e magari rivivere ancora, in cui vale sbagliare, stopparsi e ripartire, in cui vale correre insieme nei prati con la pelle dipinta di colori sgargianti come novelle streghe de Il Mago di Oz ma nel frattempo ritrovarsi di fatto esclusi, lontani dal piacere e dal dolore, lontani da un sentimento, lontani da una (possibile?) realtà destinata a rimanere confinata su uno schermo. Sono l’italiana Isabella di Lydia Giordano, il brasiliano Rafael di Gustavo Jahn (già nel 2016 co-regista e co-protagonista con Melissa Duillius di Muito Romântico) e, appunto, la transgender Cecília interpretata da Jun Ortega i protagonisti dei trentasette minuti di Insieme insieme. Eppure non sono in alcun modo la trama volutamente sbalestrata e inconsistente né i loro dialoghi scientificamente vacui e pretestuosi, il punto del breve film di Bernardo Zanotta co-prodotto da Yann Gonzalez. Lo è semmai il loro vagare, fra le campagne lacustri intorno a Stresa ma soprattutto fra il cinema e la letteratura, fra il B-movie più sporco e la più raffinata vetta contemplativa del cinema d’autore, fra il melodramma e la commedia nera, fra la violenza (necessariamente) più gratuita e la carnalità più ambigua e impossibile. Un detour orgogliosamente vintage, in auto ma soprattutto in immagini, parole, musica e suoni il più possibile eterogenei, fra citazioni e riferimenti alti e bassi, con cui mettersi in aperto dialogo con la storia dell’arte, non solo la settima, con le sue forme e con i suoi immaginari. Fino a fare incontrare nel nonsense e nei colori primari il rigore e il divertissement, la sensualità e la barbarie, il monologo letterario e le calde saturazioni pastello della pellicola. La vita e la morte, la realtà e la rappresentazione, la tesi e l’antitesi. Elementi fondanti di generi e immaginari del passato, tanto radicati nella memoria e nelle aspettative comuni da essere ormai icone, puri feticci, segni e significanti semiotici da prendere e svuotare del significato originario per innestarne uno nuovo e di volta in volta differente, attraverso la rimasticazione e la dialettica fra le parti, le loro unioni e le loro contraddizioni, il ribaltamento delle prospettive attraverso una minima variazione che, come un sasso in uno stagno, progressivamente si allarga fino alla rivoluzione. Basterebbe l’asettico e glaciale monologo della rossa Isabella, che dà lettura a una delle pagine più erotiche dell’epistolare libertino Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos mentre con la punta delle dita stuzzica leggermente l’interno coscia dell’uomo inerme e legato che sta per bastonare, per riassumere le atmosfere e le rievocazioni discordanti di Insieme insieme. Oppure i momenti in cui all’improvviso spuntano citazioni di Platone fra la rottura delle illusioni, il pensiero di andare via, la morte e il ritrovarsi solo in due con un cadavere nel portabagagli mentre deflagra il fruscio del 45 giri di Giorgio del Lago Maggiore. Sarà anche “solo” un gioco, quello di Bernardo Zanotta. Ma è un gioco molto intelligente. L’ennesimo modo per interrogarsi apertamente sulle forme e sulle possibilità del pensare e fare cinema, sulla fiducia o non fiducia in immagini che corrispondono ormai alla memoria, alla percezione e alla fantasia. Sull’impossibilità di staccare gli occhi dallo schermo anche quando il rullo è ormai finito, consapevoli che saprà rinascere ancora e ancora. Insieme (insieme).

Marco Romagna

“Insieme Insieme” (2022)
37 min | Short, Drama | France / Netherlands
Regista Bernardo Zanotta
Sceneggiatori N/A
Attori principali Lydia Giordano, Gustavo Jahn, Leandro Lefa
IMDb Rating N/A

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