30 Aprile 2016 -

CREEPY (2016)
di Kiyoshi Kurosawa

Esse est percipi 
George Berkeley

E’ tutta una questione di percezione l’ultimo film di Kiyoshi Kurosawa, devastante e magmatica digressione di esistenze colte nell’atto della loro deriva di impressioni. Creepy parte da un frammento, l’attentato all’ispettore Takakura da parte di uno psicopatico, elemento apparentemente scollegato e sconnesso ma perpendicolare poi alla narrazione. Deluso dal proprio fallimento nel fermare il serial killer, lo stesso ispettore abbandona il suo posto di lavoro per diventare docente di psicologia penale. Ma quel fantasma del mistero e del brivido è solo assopito, in attesa che un ex-collega gli chieda di riaprire un vecchio caso apparentemente irrisolvibile. La tentazione è tropppo forte, così la trama diventa frastagliata e la storia di una famiglia scomparsa sei anni prima si interseca perfettamente con l’esistenza della sua e dei suoi inquietanti nuovi vicini di casa. Ecco che si struttura quell’eterno confondersi di passato e presente, con la perdita di identità temporali e sensoriali oltre che narrative.

L’adattamento di Kurosawa del giallo del maestro Maekawa si rivela sorprendente, già nelle prime impressioni in cui il cineasta gioca inesorabilmente proprio con le percezioni del suo pubblico. Cambiamenti impercettibili di tono e suoni, movimenti di macchina che sfuggono in inquadrature rimaste deserte, ritmi soffocati che si disperdono improvvisamente in vertigini spaventose. Si ha l’impressione continua di vivere la realtà proprio alle noste spalle, dispersi nella ricerca del senso di un azione oramai conclusa da anni. Ma l’azione non dipende dall’atto, perchè già consumata in un sistema parallelo di cui a noi possono solo rimanere le ombre. Il gioco di luci ed oscurità è sorprendente e definisce linguisticamente la rappresentazione strutturale su cui il film respira per non farc/si soffocare. In fondo si rimane intrappolati, proprio come Takakura, in questa ansa del passato che continuamente pulsa e può solo essere provvisoriamente definita, dalle accezioni della distanza. Scomparire completamente, come l’essere cancellati dalla terra, esclusivamente perchè non (più) percepiti. La casa, la famiglia, il mistero, il brivido: quel Creepy del titolo, ciò che fa rabbrividire, quell’inquietudine che entra sotto pelle per diventare un nodo alla gola.

Kurosawa, ancora una volta, aderisce solo apparentemente al genere, lavorando di fino sul crinale delle regole logiche del reale dimostrando di ridefirne continuamente i limiti, mostrando i suoi personaggi continuamenti ciechi davanti a qualsiasi forma di pericolo e la natura folle e bipolare del Male impersonificato. L’essenza della sua rappresentazione è la costruzione continua di quadri spezzati in frammenti di suggestioni, una delega a strattoni all’esigenza eccitante e drammatica della ricostruzione. Come i suoi protagonisti sono pronti ad affrontare quelle derive delle reale, allo stesso modo i nostri sensi appartengono continuamente al segno di codifica interna, legato alle informazioni che riceviamo. Quello che (ce) ne resta è l’impressione che sia lo stesso Kurosawa a sperimentare questi rapporti di percezione di anime (basti pensare al precedente, e sublime, Journey to the Shore) come se cercasse i limiti del proprio cinema, nel gioco continuo dell’apparire e scomparire di un’immagine, di una luce, di un’anima. Se all’inizio questo film poteva apparire un horror, sui titoli di coda pare scomparire anche lui, per lasciare spazio ad una straordinaria odissea psicologica di presenze e percezioni. Creepy è un devastante e straniante viaggio nella follia, nella fiducia mal riposta, nella cecità ottusa di chi si ostina a continuare a vivere. Un film sensoriale, liminale,  disturbante, provocatorio. Assolutamente straordinario.

Erik Negro

“Creepy” (2016)
Thriller | Japan
Regista Kiyoshi Kurosawa
Sceneggiatori Yutaka Maekawa (based on the novel by), Chihiro Ikeda (screenplay), Kiyoshi Kurosawa (screenplay)
Attori principali Hidetoshi Nishijima, Yûko Takeuchi, Toru Baba, Ryôko Fujino
IMDb Rating 6.7

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