22 Gennaio 2020 -

2002: LA SECONDA ODISSEA (1972)
di Douglas Trumbull

Dopo aver preso parte alla realizzazione di 2001: Odissea nello spazio – per il quale aveva curato gli effetti speciali creando, tra le altre cose, una delle sequenze più iconiche e memorabili del film, quella dello Stargate – davanti a Douglas Trumbull si apre un bivio: continuare il suo percorso da tecnico degli effetti speciali, contando sulla reputazione che si è costruito lavorando accanto a Stanley Kubrick; oppure approfittare dell’esperienza con quest’ultimo per puntare a qualcosa di più, a dirigere il suo primo film. Trumbull farà entrambe le cose, occupandosi sia degli effetti speciali di Andromeda di Robert Wise, sia dirigendo il suo primo lungometraggio, Silent Running (che, guarda caso, verrà distribuito in double feature proprio con Andromeda). Sono i primi anni Settanta: siamo in piena New Hollywood e sull’onda del successo di Easy Rider (film low budget che nel 1969 aveva sbancato ai botteghini, americani e non solo) le major sono disposte a fare un passo indietro, lasciando piena libertà ai registi purché girino i loro film con quattro soldi e purché ne facciano guadagnare parecchi ai produttori. È così che la Universal assegna, come farà con altri quattro cineasti, un milione di dollari di budget a Michael Gruskoff e Douglas Trumbull per produrre una pellicola di fantascienza, dando loro completa libertà di azione. Un milione ciascuno (e la medesima libertà) verrà anche dato a Peter Bogdanovich – che lo usò per girare L’ultimo spettacolo – e a George Roy Hill che li investì nella sua opera tratta da Vonnegut, Mattatoio 5.

Alla sceneggiatura di Silent Running, più volte rimaneggiata, partecipano Deric Washburn, Steven Bochco e un giovane Michael Cimino (accreditato come Mike), che costruiscono un drammone ecologista ambientato in un futuro distopico in cui sulla Terra non esiste più vegetazione e gli unici alberi sono quelli piantati nelle serre di apposite astronavi che stazionano nel Sistema Solare, veri e propri giardini dell’Eden cosmici racchiusi in enormi cupole di cristallo. Un intreccio un po’ naif, accentuato dalla caratterizzazione da ecologista estremista (per non dire da eco-terrorista) del protagonista Freeman Lowell, interpretato da un Bruce Dern ben calato nella parte (forse anche troppo). Quando le astronavi riceveranno l’ordine di distruggere le serre, Lowell darà letteralmente di matto fino a preferire la sopravvivenza delle piante – che aveva sempre curato con meticolosità – a quella sua e dei suoi compagni di missione. Già da questa breve ricostruzione della sinossi si intuisce come il titolo utilizzato per la distribuzione italiana della pellicola, 2002: la seconda odissea, abbia davvero poco a che spartire con il capolavoro di Kubrick, nonostante la mistificazione effettuata nel nostro Paese per mezzo del doppiaggio, che ha portato ad un rimaneggiamento sostanziale di alcune parti della trama (con la citazione del monolito e la reviviscenza di Hal). Situazioni sistemate nel ridoppiaggio del 2002, decisamente più aderente all’originale.

Anche gli effetti speciali si allontanano parecchio dall’opera del Maestro newyorkese, principalmente a causa del budget ridotto (quello di Silent Running era infatti meno di un decimo di quello di 2001). Se il ricorso ai modellini è fin troppo evidente (e ancor di più in caso di visione su grande schermo), per altri versi emerge l’originalità di Trumbull nella costruzione dei personaggi dei droidi, inizialmente chiamati con un semplice riferimento numerico – Drone 1, 2 e 3 – e poi ribattezzati da Lowell come Huey, Dewey e Louie (ossia i nomi americani di Qui, Quo e Qua, che nella versione doppiata in italiano diventano Paperino, Paperone e Paperina per evitare cacofonie e ripetizioni con gli avverbi di luogo). Per ricreare i droidi Trumbull rivestì con appositi costumi quattro persone a cui erano stati amputati gli arti inferiori e che avevano imparato a muoversi camminando sulle mani. L’idea era venuta al regista prendendo spunto dall’Half Boy di Johnny Eck del Freaks di Tod Browning, e a sua volta fu presa in prestito da George Lucas per la creazione di R2-D2 in Star Wars. Proprio Lucas si era rivolto a Trumbull chiedendogli di partecipare al suo nuovo progetto, ma questi declinò l’offerta, maggiormente attratto dalla possibilità di curare gli effetti speciali di un film più “realistico” come Incontri ravvicinati del terzo tipo che Steven Spielberg, amico di Lucas, si apprestava a dirigere quello stesso anno. Un’offerta che “Doug” non si è pentito di aver rifiutato (almeno a suo dire), anche se in Star Wars un po’ del metodo Trumbull ci finirà comunque, dato che quest’ultimo raccomanderà a Lucas alcuni preziosi collaboratori tra cui il padre Donald, colui che lo aveva iniziato alla settima arte, nonché – pure lui – un pioniere degli effetti speciali (aveva lavorato per Il mago di Oz di Victor Fleming).

Sempre con riferimento agli effetti speciali, con Silent Running Trumbull vincerà la sfida a distanza con Kubrick quanto meno per un aspetto ben preciso, apparentemente secondario ma in realtà fondamentale: la rappresentazione cinematografica del pianeta Saturno, ritenuta un tabù meno di cinque anni prima da Kubrick (che infatti aveva dovuto modificare l’ambientazione pensata da Arthur C. Clarke per 2001, spostandola su Giove) e invece ricreata più che dignitosamente da Trumbull pur con meno soldi a disposizione. Al di là del ricco campionario aneddotico che si porta appresso, Silent Running rimane un’opera meritevole di essere riscoperta, sebbene limitata nei mezzi, che portarono ad alcuni aggiustamenti abbastanza evidenti, come gli artifizi di montaggio – utilizzati al posto della più dispendiosa stop motion – nella scena della surgery praticata dal drone a Lowell. Silent Running dimostra infatti, a più riprese, di avere un’anima (sottolineata e rinforzata dalle canzoni di Joan Baez). Un qualcosa che a molti film di fantascienza di quegli anni (e degli anni precedenti) mancava completamente. Lo stesso Trumbull, superospite nel 2018 del Trieste Science+Fiction Festival, era rimasto interdetto dalla freddezza che Kubrick aveva (volutamente) profuso in 2001 – in particolare nella recitazione e nella caratterizzazione dei protagonisti – e si era proposto di andare in direzione diametralmente opposta. Il rischio che il personaggio di Dern finisca per risultare eccessivamente caricaturale c’è eccome, ma è di contro anche uno degli aspetti più caratterizzanti di questa pellicola che Trumbull ha definito il suo “banco di prova”, un’opera che si è divertito molto a girare in un periodo di spensierata gioventù.

Vincenzo Chieppa

“Silent Running” (1972)
89 min | Drama, Sci-Fi | USA
Regista Douglas Trumbull
Sceneggiatori Deric Washburn, Michael Cimino, Steven Bochco
Attori principali Bruce Dern, Cliff Potts, Ron Rifkin, Jesse Vint
IMDb Rating 6.7

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