Sulla descrizione di un’atmosfera si basa anche la pellicola Farewell to the Moon del video-artista olandese Dick Tuinder.
Con l’arrivo degli anni ’70 e la fine dei ’60 in Olanda come nel resto del mondo crollano le nuove consapevolezze e le speranze del decennio lungo nel secolo breve. Il protagonista della pellicola è Duch, così è innamorato della luna, appena conquistata, tanto quanto della sua vicina. Ne è affascinato e desidera averla visto che la luna è ancora troppo lontana. Altri sogni popolano il condominio in cui abita il ragazzo.
Ogni abitante di questa cittadina sopravvive nell’ottica di un sogno che ben presto sarà costretto a spezzarsi. Un viaggio attraverso i più recenti disastri del Novecento, in cui il film riesce a districarsi continuamente. E’ una storia di coming-of-age insieme in un contesto di libero amore, carta da parati sgargianti, capelli lunghi e salopette. Un racconto tragicomico di un linguaggio anche sofisticato (un notiziario TV può spesso essere sentito in background, e crea interessanti paralleli psicologici con le azioni intraprese dai personaggi) imponendo sulla prospettiva della gente comune e dei singoli punti di vista della vita.
Da buon videoartista qual’è Tuinder ricorre ad una fotografia alquanto partcolare e spesso sovraesposta. Con il suo uso della luce artificiale calda, rende il film sensazione onirica, un campo mentale dei personaggi frustrati nel gioco; aggiunge anche una carica sessuale al pezzo che completa il senso del film ampliandolo. Infondo Farewell to the Moon mostra una profonda ed intelligente coesione di storia, fotografia e narrativa, nonché una sorprendente riflessione diversa sul tema della il desiderio, l’amore e anche la lussuria.
Erik Negro