16 Febbraio 2022 -

A LITTLE LOVE PACKAGE (2022)
di Gastón Solnicki

Here I go out to sea again
The sunshine fills my hair
And dreams hang in the air
Gulls in the sky and in my blue eye
You know it feels unfair
There’s magic everywhere
Look at me standing
Here on my own again
Up straight in the sunshine
No need to run and hide
It’s a wonderful, wonderful life
No need to laugh and cry
It’s a wonderful, wonderful life
Black, Wonderful life

Non è più lo stesso Gastón Solnicki a ritrovarsi a girovagare di fronte allo sguardo della sua macchina da presa per le strade di Vienna, fra un qualche lacerto di vita e un fotogramma amato insieme in cui ancora ritrovare lo spirito del caro amico Hans Hurch di recente scomparso. Eppure, anche nella (quasi) finzione di questo nuovo A little love package, presentato fra gli Encounters della 72ma Berlinale quattro anni dopo la magnifica Introduzione all’oscuro veneziana, quello del regista argentino è ancora una volta un cinema che si spinge per le vie e per i palazzi della capitale austriaca alla ricerca di ectoplasmi, di un qualcosa di immateriale e impalpabile nascosto fra i minimi dettagli della quotidianità. Un cinema di frammenti, di incontri, di oggetti, di mappature, di improvvisazioni su un canovaccio, di ciabattini maldestri e di formaggi da stagionare, di uova sode nel piatto e di minerali radioattivi nelle segrete dei musei. Un cinema di simboli e di personaggi che entrano ed escono dal flusso (anti)narrativo, di minuscole imbarcazioni radiocomandate e di grandi estasi commosse fra una galleria di dipinti e le corde di un pianoforte. Un cinema di impressioni fugaci e di emozioni contrastanti, che si innesta di nuovo in un tempo ben preciso come il 2019 dello “storico” divieto di fumare nei locali pubblici d’oltrebrennero, capitolazione di una tradizione tabagista capace di resistere per decenni ai divieti progressivamente istituiti da tutti gli Stati vicini, per scardinarlo e trasformarlo – a partire dal rifiuto di lasciar invadere i fotogrammi da un altro tempo ben preciso come le circostanze pandemiche in cui il film è stato girato nel corso dell’anno successivo – nell’inevitabile ucronia di un sogno, circolare e inafferrabile come una nuvola di fumo. L’ennesima sigaretta del “piccolo pacchetto d’amore” che dà il titolo al film, in cui trovare non tanto la socialità già del Takashi Miike ‘proibito’ di Blue Planet Brother, storico mediometraggio surreale e fantascientifico in cui un alieno sbarcato sulla terra dimostrava la necessità del fumo come straordinario veicolo di amicizie, proiettato una sola volta in un Festival di Roma mülleriana e poi letteralmente volatilizzato su chissà quali pressioni esterne, ma la profondità di se stessi. Come se in quegli anelli bianchi che si dissolvono nell’aria stessero i pensieri più intimi, la stessa essenza apolide e sfuggente degli esseri umani, una sospensione del tempo e dello spazio in cui impegnarsi, una boccata dopo l’altra, alla ricerca (im)possibile della propria identità.

Forse è un inseguire un cono d’ombra, il cinema di Solnicki, forse è un avventurarsi nel buio di un tunnel, o forse è una sala deserta e oscura in cui quasi perdersi fra le poltrone. Di certo è una necessità di continuare ad attraversare spazi e a comporre liberamente immagini e intuizioni, proprio come vorrebbe comporre il talento pianistico della figlia della protagonista che non vuole sentirsi ingabbiato dal Conservatorio. Come se continuare a procedere fra i fantasmi, fra la ricerca di un luogo dove potersi fermare e la necessità di continuare ancora a spostarsi e mai fermarsi, fosse per l’autore nativo di Buenos Aires l’unico reale modo di proseguire nella sua infinita ricerca esistenziale, geografica, cinematografica, umana, necessariamente linguistica. Come nella piccola Babele che al tedesco di Vienna sovrappone le conversazioni nell’inglese delle protagoniste Angeliki Papoulia e Carmen Chaplin – la prima greca alla ricerca di una casa che non sembra in alcun modo voler trovare e la seconda britannica di madre trinidadiana che si sforza per mostrargliene più possibile, fino alle banconote di anticipo e alla tanto agognata firma sul contratto –, mentre la voce narrante fuori campo dello scrittore messicano Mario Bellatin non rinuncia nemmeno per un attimo alle sonorità calde dello spagnolo che parrebbe invece essere assente a Malaga, in quella casa di famiglia Chaplin dove ancora vive sempre più bisognoso di cure Micheal, quinto fra gli undici figli di Charlie e padre di Carmen, insieme alla moglie Patricia Betaudier. Del resto a ben vedere la stessa scelta di Solnicki di spostare lo sguardo da Vienna per inoltrarsi nella sezione di Malaga (e magari reimmaginare ancora a distanza Salonicco) nient’altro è che l’ennesimo gioco degli opposti, dalle nuvole viennesi al pieno sole spagnolo, dal cemento della città alla terra della campagna, dalla lana pesante con cui combattere il freddo alle magliette in riva al mare, dalla ricerca di luce nell’oscurità (della vita) all’oscurità (di una famiglia) che inevitabilmente emerge nella luce bianchissima in cui battibeccano le sorelle, indecise se andar via o rimanere. Viaggiare e ancora ripartire, l’unico modo per poi poter tornare, per lo meno in sogno, ancora a Vienna. In quel Café Weidinger di volti che passano veloci e di sapori che rimangono nella memoria, di aromi che si spandono dalla cucina e di tradizioni in cui ricercare ancora la propria identità, annullare il tempo, accendersi liberamente una sigaretta e ritrovarsi ancora nella nuvola di fumo. Il passato, la fantasticheria, l’onirico, forse il futuro. Una wonderful, wonderful life tutta da (ri)vivere, fra quelle strade e quelle nuove stanze che finalmente Angeliki si decide a comprare. Un luogo in cui sentire nuovamente che cosa voglia dire casa, forse, o magari no. Poco importa, in realtà. Quello che realmente conta è che, anche se dovesse rivelarsi solo l’ennesimo passaggio in attesa della prossima tappa, rimarrà un posto da portare ancora a lungo nel cuore.

Marco Romagna

“A Little Love Package” (2022)
81 min | N/A | Austria / Argentina
Regista Gastón Solnicki
Sceneggiatori N/A
Attori principali Angeliki Papoulia, Carmen Chaplin, Mario Bellatin
IMDb Rating N/A

Articoli correlati

ARGENTINA 1985 (2022), di Santiago Mitre di Anna Chiari
VERA (2022), di Tizza Covi e Rainer Frimmel di Marco Romagna
PACIFICTION (2022), di Albert Serra di Bianca Montanaro
LE VARIABILI DIPENDENTI (2022), di Lorenzo Tardella di Marco Romagna
COMA (2022), di Bertrand Bonello di Marco Romagna
THE NOVELIST'S FILM (2022), di Hong Sang-soo di Bianca Montanaro